La cappella di Picchena è una costruzione semplice a pianta rettangolare di 20mq con una volta a botte, un bell’altare in pietra serena, indecifrabile la data, due finestre di cm 93 x 48 ed un vecchio portone in legno a due ante, di semplice costruzione probabilmente eseguito in un recente passato dagli stessi abitanti del Borgo. Fino ad oggi non si è trovata documentazione, né sui promotori, né sulle date della costruzione stessa. Ai giorni nostri la cappella dipende dalla parrocchia di Castel San Gimignano.
In passato vi si tenevano regolarmente le funzioni religiose. Una volta all’anno si celebrava la festa del patrono, Beato Bartolo, con una S.Messa e con una processione da Castel San Gimignano a Picchena. Si benedivano le case ed i campi e di seguito, tutti insieme si banchettava, cantava e ballava.
Le funzioni religiose si spensero, quando alla fine degli anni 60 del secolo scorso, in concomitanza della diffusa fuga dalle campagne, gli ultimi abitanti di Picchena lasciarono il Borgo.
Gli arredi appartenenti alla cappella, panche, quadri, crocifissi, lampadario, sparirono senza lasciare traccia. Sebbene ancora luogo consacrato, la cappella venne ridotta a magazzino. Col tempo vennero ad abitare a Picchena diverse famiglie, le quali ristrutturarono le case che stavano andando in rovina.
Rimase tuttavia l’uso improprio della cappella e né la parrocchia di Santa Caterina, né la Curia di Siena, mostrarono interesse al mantenimento dell’edificio. Allorchè minacciò di crollare il tetto della cappella, la sig.ra Anneke Bork-Conrades, abitante nella casa di fronte, decise di sovvenzionare i lavori di restauro, d’accordo con la Curia di Siena, sotto la direzione dell’architetto Theo Crocchiola.