Picchena è un piccolo Borgo situato a sud di S. Gimignano , in Toscana.
La provenienza del nome risale ad un insediamento etrusco e si presume che il Borgo sia stato abitato sin dall’inizio da quel popolo. Già dal 1133 è stata confermata l’esistenza del Castello di Picchena, che diede pure il nome alla nobile famiglia dei Lambardi: i Lambardi da Picchena.
Considerando la sua posizione su di un ramo della via Francigena, Picchena è sempre stata meta di passaggio e di sosta dei pellegrini, ospitati nella torre e nelle case adiacenti.
Tra i religiosi di quel tempo si distinse il cappellano Bartolo, per generosità e devozione : sempre al servizio dei pellegrini e dei poveri, s’ammalò di lebbra e dovette lasciare il Borgo di Picchena.Visse ancora venti anni nel lebbrosario di S. Gimignano situato a Cellole; qui si dedicò ancora alle anime e fu venerato come un santo. Dopo aver sopportato con pazienza la lunga malattia, venne nominato Beato dopo la sua morte. ( Non Santo come avrebbe voluto il popolo).
Fu sepolto nella chiesa Francescana di S. Agostino a S. Gimignano dove gli fu eretto un pregevole monumento funerario ad opera di Benedetto da Maiano. Ancora oggi viene festeggiata la ricorrenza con grande partecipazione di fedeli. Nel periodo in cui visse a Picchena , il capellano Bartolo arricchì il borgo con due cappelle : S. Andrea, si presume sul Poggio S. Andrea e S. Niccolò, probabilmente nei pressi del Castello.
All’ inizio del 14° secolo i Signori da Picchena s’impadronirono dei borghi e dei casali circostanti; dopodichè aiutarono il clan degli Ardinghelli a cacciare la famiglia Salvucci da S. Gimignano. Lo stato fiorentino, chiamato in aiuto dalla città stessa, mise pace e condannò la famiglia da Picchena ad abbandonare il Castello.
Quest’ultimo venne poi smantellato nell’anno 1353. Le due cappelle andarono in rovina, il borgo però in parte rimase e a tutt’ oggi si riconoscono i materiali provenienti dalla distruzione del Castello e riusati per la costruzione o il restauro degli edifici.